martedì 28 giugno 2011

Disturbi sessuali in menopausa: come trattarli!

eLa sessualità è parte integrante dello stato di salute di un individuo. Non a caso nella definizione di salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre al benessere fisico, psichico e sociale, è incluso anche quello sessuale



■ In menopausa gli estrogeni scompaiono e gli androgeni si riducono, anche fino al 50%, comportando una serie di modificazioni corporee e mentali, ma anche sessuali.

Un numero compreso tra il 40% e il 60% delle donne in menopausa riporta dei cambiamenti nella funzione sessuale: riduzione del desiderio sessuale, difficoltà dell’eccitazione, mancanza dell’orgasmo e insoddisfazione generale. In particolare, due disturbi sono un freno alla sessualità, la secchezza vaginale e il dolore durante i rapporti (dispareunia).

► I disturbi del desiderio. Il desiderio dipende dalla giusta armonia tra estrogeni e progesterone, con un pizzico di androgeni.

La mancanza di estrogeni altera i caratteri sessuali secondari e con loro la percezione biologica di femminilità. Ma anche la carenza di androgeni, specialmente nelle donne sottoposte ad asportazione delle ovaie, conduce a perdita del desiderio sessuale con persistente e apparentemente ingiustificata astenia, diminuito senso di benessere, perdita di peli pubici, riduzione della massa muscolare, ecc. (sindrome femminile da carenza androgenica).

► I disturbi dell’eccitazione. Anche l’eccitazione dipende dal giusto accordo tra i vari ormoni, estrogeni e androgeni.

Dopo la menopausa, la vascolarizzazione dei genitali è ridotta, quella vaginale è estrogeno-dipendente, quella clitoridea è androgeno-dipendente.

La lubrificazione vaginale è ridotta e ritardata. Nella donna in menopausa ci vogliono anche 5 minuti per ottenere una buona lubrificazione vaginale, rispetto ai 15 secondi di una donna giovane.

Anche la distensibilità vaginale è ridotta: tale modificazione, però, è meno evidente in donne che mantengono un’attività sessuale regolare. L’espressione “usala o perdila” (to use or to loose) indica come la stimolazione diretta e frequente dei genitali (almeno 2-3 rapporti alla settimana) sia il modo migliore per evitare le conseguenze negative della mancanza ormonale.
Inoltre, la mancanza di ormoni può creare o peggiorare sensibilmente disturbi dell’affettività (ansia, depressione e insonnia), che riducono la disponibilità all’eccitamento.

Infine, la scomparsa degli estrogeni causa alterazioni del tatto, dell’olfatto, del gusto e della secrezione salivare, che giocano un ruolo nella sensualità femminile.

► I disturbi dell’orgasmo. Sempre a causa della carenza di ormoni, anche l’orgasmo si riduce, sia come durata sia come intensità, e talvolta diventa doloroso. Il tempo per il raggiungimento del piacere sessuale si allunga, anche se si conserva la possibilità di orgasmi multipli.

I trattamenti dei disturbi sessuali

■ Per migliorare la sessualità esistono alcuni trattamenti farmacologici, anche se non vanno dimenticate le possibilità psicosessuali e relazionali.

■ Il trattamento ormonale sostitutivo (TOS) è in grado di curare diversi disagi immediati della menopausa (vampate, sudorazioni, insonnia) e di evitare alcuni rischi futuri, come l’osteoporosi: nell’insieme, il ritrovato benessere fisico e psichico si riflette anche sulla sessualità, migliorando la qualità dei rapporti. 

► Il farmaco di prima scelta in donne con importante calo della libido è il tibolone (Livial), molecola che, oltre alla sua azione estrogenica e progestinica, grazie al suo blando effetto androgenico alimenta il desiderio sessuale a livello cerebrale, aumentando le molecole del “buonumore” (i peptidi oppioidi), e migliora la vasocongestione e la lubrificazione vaginale, sia in condizioni basali sia a seguito di stimoli erotici.

► Progestinici con effetti lievemente androgenici, in grado di migliorare il desiderio sessuale, sono contenuti in alcuni preparati per il TOS: il noretisterone acetato (presente in Activelle e Trisequens) e il levonorgestrel (in Combiseven e Estalis Sequi). Gli androgeni, tuttavia, possono provocare la comparsa di peluria sul viso e un abbassamento della voce, effetti chiaramente indesiderabili. 

■ Purtroppo la paura nei confronti degli ormoni fa sì che molte donne vivano una sessualità insoddisfacente. Una possibilità nel mediare la voglia di stare bene e il timore di possibili rischi è il trattamento ormonale locale, cioè vaginale. L’applicazione vaginale di ovuli o creme a base d’estrogeni (Vagifem, Colpotrophine, Colpogyn) ha il pregio di concentrare gli ormoni nei tessuti vaginali dove servono, con un minimo assorbimento nel sangue e quindi una ridotta influenza su altri organi. Dopo un mese di trattamento la vagina diventa più lubrificata ed elastica, perciò anche il dolore nei rapporti si attenua o scompare. Ma, soprattutto, il trattamento è innocuo per la mammella. 

■ In ogni modo, per quelle donne che non vogliono nemmeno sentire la parola “ormone”, esiste anche l’alternativa dei fitormoni, sostanze di origine vegetale con azione simile agli ormoni sessuali. Sono in commercio, per es., delle capsule orali a base di fitoestrogeni e fitoandrogeni (damiana e muira puama, fieno greco e ginkgo biloba), che contrastano il calo del desiderio in menopausa migliorando il trofismo delle mucose vaginali e modulando i neurotrasmettitori della sensibilità e dell’eccitabilità clitoridea (Libiclim).

■ Esistono anche dei lubrificanti vaginali a base di fitoestrogeni (isoflavoni di soia e trifoglio rosso) che contribuiscono a restituire elasticità e tonicità alla vagina (Fitormil, Climil).

► Non dimentichiamo anche gli altri lubrificanti vaginali tradizionali (Claralia, Gineval, Lubrigyn, Saugella, Vitadermina), che possono aiutare a reidratare la vagina, migliorando i rapporti sessuali.

■ Utili inoltre sono gli esercizi perineali di Kegel per migliorare il tono della muscolatura perivaginale, soprattutto insegnando alla donna a contrarre e a rilassare tali muscoli.

► Anche l’automassaggio perineale, meglio se aiutato con l’olio d’iperico, per 5 minuti 2-3 volte al giorno, è in grado di ripristinare la normale elasticità della muscolatura perineale.

Estratto da: C. Paganotti MENOPAUSA. Conoscerla per viverla in salute. Massetti Rodella Editori, 2007.

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