giovedì 16 giugno 2011

Pillola dei 5 giorni dopo, primo sì: "Ma serve il test di gravidanza"


Per l’approvazione definitiva manca il parere dell’Agenzia del farmaco


Tra qualche tempo, anche in Italia potrebbe essere commercializzata la pillola dei cinque giorni dopo. Manca ancora il via libera dell’Agenzia italiana del farmaco, ma un passo avanti notevole lo ha fatto fare ieri il Consiglio Superiore di Sanità: ha dato all’unanimità parere favorevole alla pillola EllaOne, già approvata dall’Autorità farmacologica europea nel marzo 2009, purché non venga usata in caso di gravidanza accertata. Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, aveva chiesto un parere al Css sulla compatibilità del farmaco con la legge 194 vigente in Italia sull’aborto: ebbene, la pillola, che va presa entro cinque giorni da un rapporto sessuale non protetto per evitare una gravidanza indesiderata, non è un abortivo, ha risposto l’organo consultivo, ma un contraccettivo d’emergenza. Via libera quindi secondo il Css al medicinale già in commercio in Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna e Stati Uniti, ma a una condizione: che prima dell’assunzione venga fatto un test per escludere una gravidanza in corso. 

Un «paletto importante», sottolinea la sottosegretaria alla Salute Eugenia Roccella, perché chiarisce che la pillola è «compatibile con le leggi italiane se c’è un test che elimina ogni dubbio di gravidanza in atto». Ora, ricorda, «la parola passa all’Aifa», che dovrà autorizzare la commercializzazione del farmaco in Italia, e che già in passato aveva espresso «preoccupazione riguardo alle eventuali conseguenze di un uso ripetuto». Interviene la senatrice radicale Donatella Poretti: «L’Aifa ora non potrà fare altro ciò che avrebbe già dovuto fare da tempo, intervenire per quanto di sua competenza: la modalità di vendita - con obbligo di ricetta - e in caso la sua rimborsabilità». Per la pillola dei 5 giorni dopo «l’Aifa ha la pratica aperta dal gennaio 2010, è ora un atto dovuto porre fine al ritardo». Accusa il cardinale Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la vita: «È un aborto a tutti gli effetti, di raffinata malizia». Per questo «non potrà avere alcuna attenuante dal punto di vista della morale né cattolica né razionale» e «mi auguro che questa deliberazione sia responsabilmente respinta dal governo». 

D’accordo con lui Lucio Romano, copresidente nazionale dell’Associazione Scienza e vita, «il via libera è un ulteriore passo verso la trasformazione dell’aborto in contraccezione», mentre esulta il ginecologo Silvio Viale: «Era ora. Adesso mi aspetto che il prossimo passo sia l’abolizione della ricetta obbligatoria per la contraccezione di emergenza».

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